domenica 27 febbraio 2011

Nasce Economologos.com

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martedì 3 febbraio 2009

Compostaggio a Gioia: dì la tua!

Secondo quanto riferito dall'ingegnere e Consigliere Comunale, Mauro Mastrovito:

"Sono stati esaminati alcuni possibili siti (area necessaria circa 8-10 ettari): scartato quello in area industriale per i motivi detti; scartato quello di Murgia San Francesco perché più lontano dal baricentro del bacino (costringerebbe tutti i camion a percorrere un'ora in più per ogni viaggio, e peraltro tutto il traffico graverebbe su via Lagomagno, poiché da tutti i comuni del bacino si deve passare su via Lagomagno per raggiungere la via per Montursi e quindi il sito; scartato un altro sito a confine con Putignano per la qualità delle colture e del paesaggio.

Sono rimasti (salvo eventuali nuove segnalazioni) 2 siti: uno nei pressi del campo di spandimento del depuratore comunale (loc. Lama delle Vigne, a Nord-Est di Gioia) ed uno in località Marchesina (a Nord-Est di Gioia, fra l'autostrada e la ferrovia). Entrambi sono caratterizzati da scarsissimo insediamento (l'impianto deve comunque distare almeno 2 km. dal paese e 300 mt. da case sparse abitate). Il primo è già compromesso dalla presenza del campo di spandimento, ed interessato, seppur marginalmente, da reticoli fluviali. E' inoltre non distante dall'area archeologica. Il secondo è più vicino al paese (circa 2.5 km. a nord rispetto alla Termosud) e necessita di una strada di accesso che scavalchi la ferrovia. Il primo è più vicino alla zona industriale".

Voi cosa ne pensate?

sabato 31 gennaio 2009

Elettrosmog e torri faro: la posizione del WWF


Comunicato stampa




Cari cittadini,


in questi giorni siamo venuti a conoscenza della richiesta da parte di Telecom Italia, accolta dall'Amministrazione comunale, per l'istallazione di 3 antenne per telefonia mobile UMTS, in aree urbane centrali: via Aldo Moro, via Goito, via F. Romano (rondó del sottopasso ferroviario). Dalle dichiarazioni fornite da alcuni Consiglieri comunali agli organi di stampa é emerso che gli impianti previsti saranno ad emissione elettromagnetica di bassa frequenza (tra 0 e 3 kHz). Con tale dichiarazione si è voluto rassicurare la popolazione in merito all'innocuitá per la salute umana di tali "torri faro".


Queste affermazioni, peró, risultano prive di qualunque fondamento, per due ragioni:


· gli emettitori elettromagnetici a bassa frequenza sono tutti quei sistemi per la produzione, il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica ed alcuni elettrodomestici (elettrodotti, televisori, etc.) e non le antenne per radio, televisione e telefonia mobile (ad alta o altissima frequenza, tra 3 kHz a 3MHz ed oltre). Quindi, non ha alcun senso parlare di basse frequenze, nel caso del progetto in questione.


· con tale, falsa, precedente affermazione, sembra si voglia far passare l'idea che, un impianto a bassa frequenza, sia meno pericoloso di uno ad alta frequenza. Anche questo non è esattamente vero. Infatti, le basse frequenze sono anche quelle a maggior lunghezza d'onda (essendo f =1/v, cioé la frequenza inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda) e, quindi, spesso più penetranti/permanenti negli organismi. Recenti studi di fisiologia commissionati dal Parlamento Europeo ed altri realizzati da diversi enti di ricerca, evidenziano una correlazione positiva tra tempo d'esposizione alle OEM ed insorgenza di tumori. In particolare si sottolinea, pur non individuandone i processi biochimici, che nei bambini l'esposizione ad onde elettromagnetiche a bassa frequenza può essere la causa di insorgenza di leucemia.


In ogni caso entrambe le motivazioni decadono come infondate e decontestualizzate rispetto al fatto reale.


Entrando nel merito della questione, appare inaudito come si possa progettare opere pubbliche che meriterebbero un elevato grado di attenzione e notevoli precauzioni, senza alcuna partecipazione pubblica. Ancor più eclatante è il fatto che simili opere vengano scoperte quasi "per caso" dai cittadini, senza alcuna informazione da parte dell'Ente pubblico.


In palese difformità con quanto previsto dalla legge, si é iniziato un lavoro senza precisare alcun riferimento progettuale riguardo a concessore, proprietario, progettista, etc. dell'opera. Tale aspetto gia da solo avrebbe potuto giustificare la sospensione immediata dei lavori da parte delle Forze dell'Ordine.


Le individuazioni dei siti ove installare le antenne sono avvenute in maniera arbitraria e non prendendo in alcuna considerazione la delibera di G.M. n. 187 del 08/06/2004, che individuava come siti unici (in attesa di redazione di un piano comunale) per la localizzazione di ripetitori di telefonia mobile, il Campo Boario ed il nuovo Campo sportivo.


Inoltre, la localizzazione di antenne non può avvenire in assenza di un piano o regolamento comunale previsto dalla Legge Regionale n. 5 dell'8 marzo 2002 secondo cui: "[art.6] Sono di competenza del Comune: b) l'adozione di piani e/o regolamenti comunali per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici". Tale piano non è mai stato redatto per il territorio comunale. Pertanto, non si comprende come possa essere stato depositato presso la Regione Puglia il progetto di Telecom Italia. Progetto che secondo la L.R. deve essere inserito nel piano annuale dei gestori e depositato presso gli uffici regionali, nel rispetto delle prescrizioni del regolamento comunale. Ovviamente, se il regolamento comunale non c'e, non può essere presentato alcun tipo di progetto. Pertanto i lavori in corso appaiono illegittimi!


Essendo, la nostra, un'associazione ambientalista, quello che però più ci preme é di sottolineare i pericoli per la popolazione dovuti all'inquinamento elettromagnetico.


Essendo le cellule formate da membrane, nuclei, materiale genetico e proteine sensibili alle frequenze tanto da adattarne le strutture se investite da queste, l'elevata esposizione non può che avere qualche tipo di effetto. Sebbene, non vi sia ancora uniformità scientifica sul pericolo delle OEM (onde elettro-magnetiche) molti studi mostrano una correlazione positiva tra esposizione ai campi EM ed insorgenza di malattie (soprattutto di tipo tumorale). Se, é vero che siamo circondati da sorgenti elettromagnetiche naturali (sole, suolo, acqua, etc.), raramente queste hanno una tale intensità (correlabile al periodo di esposizione) paragonabile a quelle antropogeniche. Il problema é che in questi casi andrebbe sempre applicato il Principio di Precauzione, come Diritto Comunitario vuole, ma spesso questo non accade. Il timore é che prima o poi scoppi il "caso amianto 2", cioè si scopra che tutto ciò che abbiamo utilizzato sino ad ora come sorgente di OEM, ci ha provocato grandi malattie. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha raccomandato gli organi di governo ad assumere, nonostante l'incertezza scientifica, misure cautelative nei confronti dei soggetti a rischio (anziani, bambini, malati). Ed a Gioia del Colle, invece, si propone proprio l'istallazione di antenne tra scuole, supermercati, uffici, giardini pubblici ed abitazioni.


Il tutto in palese contrasto con la Legge Regionale n. 5/04 che all'articolo 10 riporta: "(Divieti) 1. E' vietata l'installazione di sistemi radianti relativi agli impianti di emittenza radiotelevisiva e di stazioni radio base per telefonia mobile, su ospedali, case di cura e di riposo, scuole e asili nido. 2. Le localizzazioni degli impianti di cui all'articolo 2, comma 1, sono altresì vietate in: a) aree vincolate ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490;
b) aree classificate di interesse storico-architettonico; c) aree di pregio storico, culturale e testimoniale; d) fasce di rispetto degli immobili di cui al comma 1, perimetrale nel rispetto dei parametri regionali fissati dalla delibera regionale di cui all'articolo 4, comma 2
".


Considerati i siti individuati, le zone più toccate dalle OEM di queste tre "torri faro" previste saranno proprio scuole (Liceo Scientifico, Asilo via Aldo Moro, Scuola Via Eva), palazzi, uffici, centri commerciali (Lidl, Euro Spin), giardini pubblici (P.zza Pinto, Paolo VI) e, paradossalmente, anche l'Ospedale.


Non vogliamo creare facili allarmismi o essere tacciati di estremismo. Nessuno mette in dubbio l'utilità della telefonia mobile


(anche dal punto di vista ecologico) ma, come qualunque intervento pubblico,


è necessaria una pianificazione ed una regolamentazione al fine di evitare abusi che si ripercuotono sulla salute della gente e sull'ambiente!


Le tre antenne previste, certamente, non sono il miglior esempio di partecipazione pubblica e di tutela dei cittadini!


E' nostro dovere chiarire che, sebbene come affermato da alcuni Amministratori, un apparecchio (ad es. un cellulare) é meno pericoloso se riceve un buon segnale dal suo ripetitore (es. un'antenna; é noto a tutti infatti che é meglio non telefonare con segnale basso per non assorbire le radiazioni più intense che lo strumento emette per recuperare il segnale mancante) e, quindi, sarebbe meglio avere l'antenna vicina, per assorbire meno OEM, è ovviamente, altrettanto pericoloso avere un antenna che 24h su 24 invia onde verso l'organismo.


L' Amministrazione ha, dunque, il dovere di tutelare la salute dei cittadini!


Per ultimo, va chiarito che, è vero che i pericoli sono minimi per chi risiede sotto l'antenna, poiché il cono d'ombra radiativo (cioè la zona ove le OEM non ricadono) rende molto più a rischio le aree a distanze superiori ai 50-100 m dal ripetitore, proprio le aree che, secondo le simulazioni effettuate, ospitano scuole, giardini, uffici ed abitazioni.


Certamente, quindi, sono molto più a rischio gli alunni del Liceo Scientifico e dell'Asilo di via Aldo Moro di chi staziona sotto l'impianto!


Pertanto, la nostra associazione chiede:


Ø l'immediata sospensione dei lavori in via della Chiusa (angolo Via Aldo Moro), in quanto condotti senza l'esposizione di tutti i riferimenti progettuali;


Ø la sospensione delle autorizzazioni per l'istallazione delle tre torri faro previste nel progetto Telecom, essendo state localizzate arbitrariamente sul territorio urbano ed essendo possibili fonti di pericolo (dovuto alle OEM) per categorie a rischio (secondo quanto prescritto dalla L.R. n. 5/04);


Ø la rimozione dell'antenna posta presso il Palazzo Municipale (contro la quale a suo tempo, la nostra associazione aveva condotto una lunga battaglia), poiché localizzata sopra un edificio di valore storico (in violazione delle prescrizioni di legge) e fonte di OEM per tutto il centro urbano;


Ø la redazione del Piano Comunale (con zonizzazione) per l'istallazione di ripetitori radio-TV e di telefonia mobile, da parte dell'Amministrazione, con un'attenta pianificazione, in modo da ridurre i pericoli per la salute umana e contenere il numero degli impianti da istallare;


Ø un'ordinanza di divieto d'istallazione su suoli o edifici privati di apparecchiature o sistemi per l'amplificazione di OEM di radio-TV e telefonia mobile;


Ø l'acquisto (con i proventi derivanti dall'affitto del suolo pubblico da parte dei gestori) di centraline per il rilevamento dell'elettrosmog (come previsto da delibera di Giunta, leggi nazionali e regionali) ed il monitoraggio costante e pubblico;


Ø a tutti i cittadini volenterosi, di costituirsi in Comitato, al fine di perseguire gli obiettivi sopra citati.



Con viva preghiera di pubblicazione e diffusione,


WWF GIOIA DEL COLLE -ACQUAVIVA - SANTERAMO


Info e-mail: wwfgioiadelcolle@virgilio.it,


website: http://www.wwfgioiacquaviva.netsons.org/

mercoledì 28 gennaio 2009

Impianto di Compostaggio a Gioia del Colle

Un po’ per il solito timore che nasce al solo udire la parola impianto, un po’ il costante ripetersi della famosa sindrome NIMBY (Not In My Back Yard), non nel mio giardino, e la localizzazione sul territorio gioiese del centro per il recupero del compost ha sollevato critiche, fomentato ingiustificate paure, scosso i pensieri di molti gioiesi.
Secondo quanto previsto dal nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti, presentato a Conversano nella sede dell’ATO (Autorità Territoriale Organizzata) BA/5, il consesso dei Sindaci dei Comuni di bacino che prende decisioni uniche sulla gestione dei rifiuti nel proprio ambito territoriale, l’impianto per il trattamento della frazione umida derivante dalla raccolta differenziata, dovrebbe sorgere a Gioia del Colle.

Finalmente si inizia a parlare di compostaggio e, nonostante le numerose pecche del piano (soglie ed obiettivi poco ambiziosi, sistema di raccolta non specificato, etc.), questo rappresenta una novità nei piani di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel sud barese. Sino ad oggi esperienza nefasta era stata realizzata a Molfetta, con lo scandalo dell’impianto privato Tersan, dal quale tutto fuoriusciva tranne che composto organico. Ma, quello fu un caso di cattiva gestione dell’impianto da parte di un privato il cui solo interesse era quello del lucro. Gestire pubblicamente, invece, un tale processo genera solo vantaggi. Il compost è il risultato della raccolta di tutti gli scarti alimentari (cibo, gusci d’uovo, fondi di caffè, etc.) e dei rifiuti biodegradabili (fazzolettini, lettiere, escrementi di animali domestici, etc.) che, raccolti separatamente dai vari Comuni, vengono indirizzati verso il sito di stoccaggio e trattamento, che è l’impianto di compostaggio. Qui gli scarti subiscono un processo di decomposizione batterica aerobica (in cui si utilizza ossigeno), che li trasforma dopo qualche settimana in terriccio ricco di sostanze minerali, utilizzabile come ammendante (concime capace di riportare al terreno sostanze presenti in minime quantità) in agricoltura. Considerando che la frazione umida dei rifiuti domestici è circa il 70-80% del totale degli RSU (Rifiuti Solidi Urbani) e che il compostaggio rappresenta il miglior modo per riciclarli e renderli disponibili per altri usi, ne deriva un grande vantaggio in termini economici ed ambientali.

I rifiuti organici che, altrimenti, finirebbero (come attualmente accade a Gioia, per chi non pratica il compostaggio domestico) in discarica, generano molteplici inconvenienti. Primo tra tutti la necessità di smaltimento oneroso ed infruttuoso; secondo, la produzione durante la decomposizione (che in discarica avviene in maniera anaerobica, cioè senza ossigeno) di metano, un potente gas serra che aumenta il Global Warming; terzo, materia riciclabile prodotta con notevole dispendio energetico finisce inutilizzata e conclude così il suo ciclo di vita; quarto, dato il notevole volume di questa tipologia di rifiuto, l’ingombro nei cassonetti è notevole ed anche le conseguenti modalità di smaltimento comportano costi aggiuntivi.

Un impianto di compostaggio, invece, non produce emissioni gassose di alcun tipo, non emette diossina, come qualche cittadino preoccupato ha affermato, e produce una minima quantità di scarti non organici, dovuti all’inevitabile presenza nel rifiuto domestico di frammenti di plastica ed altri materiali, che viene raccolta separatamente e smaltita adeguatamente. Non vi sono pericoli di inquinamento dei bacini acquiferi, tanto meno problemi di inquinamento acustico. Se la gestione è pubblica e l’impianto funziona bene, non vi è alcun pericolo di inquinamento del suolo ed il compost prodotto è di ottima qualità. Da rifiuti, quindi, si genera un’inestimabile risorsa per l’agricoltura.

Nessun timore dunque, dovrebbe sorgere, in merito al funzionamento dell’impianto. Semmai, qualche riserva dovrebbe esser posta, come recentemente sollevato dal signor Vito Falcone del PCI, riguardo la localizzazione dello stesso, poiché trattandosi di un capannone industriale il suo posizionamento non deve essere d’impatto sul territorio.

Inizialmente il Piano provinciale, prevedeva di costruirlo in località Murgia S. Francesco, zona Montursi, ed effettivamente tale sistemazione appariva, vista la bellezza di quelle zone e la presenza di dolmen ed ambienti naturali tipici, del tutto inappropriata. Successivamente, si paventò l’ipotesi di localizzare l’impianto nei pressi del centro Ansaldo Termosud ma, anche allora, sorsero problemi di destinazione d’uso dei suoli, e qualcuno sollevò il dilemma se quelle aree fossero o meno destinate ad accogliere impianti industriali. C’è da evidenziare, allo stesso tempo, che data la presenza dell’Ansaldo e la sperimentazione addirittura di un dissociatore molecolare di rifiuti al suo interno, la localizzazione in quell’area di una struttura per il compostaggio sarebbe il minore tra i problemi. In ogni caso, a fare chiarezza sul possibile sito di costruzione dell’impianto è Giacomo Colapinto, Direttore Generale dell’ATO BA/5, che interpellato sulla questione dice: “Il sito individuato per l’impianto è sulla Gioia-Sammichele, verso Turi, vicino ai campi di spandimento. Ma non è ancora definitivo perché il sindaco di Gioia non si è ancora espresso ufficialmente”. In un area, quindi, già vocata alla realizzazione di impianti per il trattamento delle acque reflue. Sarebbe da constatare su quale particella effettivamente ricadrà l’impianto ma, non sarà possibile sapere di più prima del parere dell’amministrazione gioiese. Di certo, il pericolo per l’area di Murgia S. Francesco è scongiurato. Inoltre, il nuovo probabile sito è facilmente raggiungibile dai mezzi che trasporteranno il rifiuto organico dai 21 comuni dell’ATO, mediante la Statale 100 e l’accesso prima dell’ingresso nel paese.

Poche riserve, quindi, per un impianto che ora come non mai necessita di tutta l’accoglienza possibile e la fiducia della gente, poiché una volta tanto si tratta di uno strumento industriale pubblico, per il beneficio di tutti. Ovviamente, sarà necessario vigilare sulla corretta localizzazione e sui processi di produzione del compost ma, poi, sarà solo merito o colpa dei cittadini se frutta e verdura saranno concimati con ottimo fertilizzante derivante da un’attenta raccolta differenziata o con scarti inquinanti frutto dell’indifferenza rispetto ad un problema che se non affrontato adeguatamente travolge tutti…di rifiuti.

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