mercoledì 28 gennaio 2009

Impianto di Compostaggio a Gioia del Colle

Un po’ per il solito timore che nasce al solo udire la parola impianto, un po’ il costante ripetersi della famosa sindrome NIMBY (Not In My Back Yard), non nel mio giardino, e la localizzazione sul territorio gioiese del centro per il recupero del compost ha sollevato critiche, fomentato ingiustificate paure, scosso i pensieri di molti gioiesi.
Secondo quanto previsto dal nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti, presentato a Conversano nella sede dell’ATO (Autorità Territoriale Organizzata) BA/5, il consesso dei Sindaci dei Comuni di bacino che prende decisioni uniche sulla gestione dei rifiuti nel proprio ambito territoriale, l’impianto per il trattamento della frazione umida derivante dalla raccolta differenziata, dovrebbe sorgere a Gioia del Colle.

Finalmente si inizia a parlare di compostaggio e, nonostante le numerose pecche del piano (soglie ed obiettivi poco ambiziosi, sistema di raccolta non specificato, etc.), questo rappresenta una novità nei piani di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel sud barese. Sino ad oggi esperienza nefasta era stata realizzata a Molfetta, con lo scandalo dell’impianto privato Tersan, dal quale tutto fuoriusciva tranne che composto organico. Ma, quello fu un caso di cattiva gestione dell’impianto da parte di un privato il cui solo interesse era quello del lucro. Gestire pubblicamente, invece, un tale processo genera solo vantaggi. Il compost è il risultato della raccolta di tutti gli scarti alimentari (cibo, gusci d’uovo, fondi di caffè, etc.) e dei rifiuti biodegradabili (fazzolettini, lettiere, escrementi di animali domestici, etc.) che, raccolti separatamente dai vari Comuni, vengono indirizzati verso il sito di stoccaggio e trattamento, che è l’impianto di compostaggio. Qui gli scarti subiscono un processo di decomposizione batterica aerobica (in cui si utilizza ossigeno), che li trasforma dopo qualche settimana in terriccio ricco di sostanze minerali, utilizzabile come ammendante (concime capace di riportare al terreno sostanze presenti in minime quantità) in agricoltura. Considerando che la frazione umida dei rifiuti domestici è circa il 70-80% del totale degli RSU (Rifiuti Solidi Urbani) e che il compostaggio rappresenta il miglior modo per riciclarli e renderli disponibili per altri usi, ne deriva un grande vantaggio in termini economici ed ambientali.

I rifiuti organici che, altrimenti, finirebbero (come attualmente accade a Gioia, per chi non pratica il compostaggio domestico) in discarica, generano molteplici inconvenienti. Primo tra tutti la necessità di smaltimento oneroso ed infruttuoso; secondo, la produzione durante la decomposizione (che in discarica avviene in maniera anaerobica, cioè senza ossigeno) di metano, un potente gas serra che aumenta il Global Warming; terzo, materia riciclabile prodotta con notevole dispendio energetico finisce inutilizzata e conclude così il suo ciclo di vita; quarto, dato il notevole volume di questa tipologia di rifiuto, l’ingombro nei cassonetti è notevole ed anche le conseguenti modalità di smaltimento comportano costi aggiuntivi.

Un impianto di compostaggio, invece, non produce emissioni gassose di alcun tipo, non emette diossina, come qualche cittadino preoccupato ha affermato, e produce una minima quantità di scarti non organici, dovuti all’inevitabile presenza nel rifiuto domestico di frammenti di plastica ed altri materiali, che viene raccolta separatamente e smaltita adeguatamente. Non vi sono pericoli di inquinamento dei bacini acquiferi, tanto meno problemi di inquinamento acustico. Se la gestione è pubblica e l’impianto funziona bene, non vi è alcun pericolo di inquinamento del suolo ed il compost prodotto è di ottima qualità. Da rifiuti, quindi, si genera un’inestimabile risorsa per l’agricoltura.

Nessun timore dunque, dovrebbe sorgere, in merito al funzionamento dell’impianto. Semmai, qualche riserva dovrebbe esser posta, come recentemente sollevato dal signor Vito Falcone del PCI, riguardo la localizzazione dello stesso, poiché trattandosi di un capannone industriale il suo posizionamento non deve essere d’impatto sul territorio.

Inizialmente il Piano provinciale, prevedeva di costruirlo in località Murgia S. Francesco, zona Montursi, ed effettivamente tale sistemazione appariva, vista la bellezza di quelle zone e la presenza di dolmen ed ambienti naturali tipici, del tutto inappropriata. Successivamente, si paventò l’ipotesi di localizzare l’impianto nei pressi del centro Ansaldo Termosud ma, anche allora, sorsero problemi di destinazione d’uso dei suoli, e qualcuno sollevò il dilemma se quelle aree fossero o meno destinate ad accogliere impianti industriali. C’è da evidenziare, allo stesso tempo, che data la presenza dell’Ansaldo e la sperimentazione addirittura di un dissociatore molecolare di rifiuti al suo interno, la localizzazione in quell’area di una struttura per il compostaggio sarebbe il minore tra i problemi. In ogni caso, a fare chiarezza sul possibile sito di costruzione dell’impianto è Giacomo Colapinto, Direttore Generale dell’ATO BA/5, che interpellato sulla questione dice: “Il sito individuato per l’impianto è sulla Gioia-Sammichele, verso Turi, vicino ai campi di spandimento. Ma non è ancora definitivo perché il sindaco di Gioia non si è ancora espresso ufficialmente”. In un area, quindi, già vocata alla realizzazione di impianti per il trattamento delle acque reflue. Sarebbe da constatare su quale particella effettivamente ricadrà l’impianto ma, non sarà possibile sapere di più prima del parere dell’amministrazione gioiese. Di certo, il pericolo per l’area di Murgia S. Francesco è scongiurato. Inoltre, il nuovo probabile sito è facilmente raggiungibile dai mezzi che trasporteranno il rifiuto organico dai 21 comuni dell’ATO, mediante la Statale 100 e l’accesso prima dell’ingresso nel paese.

Poche riserve, quindi, per un impianto che ora come non mai necessita di tutta l’accoglienza possibile e la fiducia della gente, poiché una volta tanto si tratta di uno strumento industriale pubblico, per il beneficio di tutti. Ovviamente, sarà necessario vigilare sulla corretta localizzazione e sui processi di produzione del compost ma, poi, sarà solo merito o colpa dei cittadini se frutta e verdura saranno concimati con ottimo fertilizzante derivante da un’attenta raccolta differenziata o con scarti inquinanti frutto dell’indifferenza rispetto ad un problema che se non affrontato adeguatamente travolge tutti…di rifiuti.

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